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La Periferia con le sue storie, le idee, i pensieri e le immagini di un luogo dove non succede mai niente.

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giovedì 3 maggio 2012

La cosa in cima alle scale -cortometraggio-


















Michele Torbidoni giorni fa mi ha scritto una mail chiedendo se avevo voglia di vedere il suo cortometraggio. Non conosco Michele, non conoscevo il suo lavoro e questo suo nuovo progetto. Ho accettato di vederlo, nonostante sia un grosso detrattore dei cortometraggi italiani.
Il motivo? Guardateli, fatevi prendere in un festival come selezionatore del concorso cortometraggi. Al decimo rimpiangerete di aver accettato quel ruolo.
Detto questo, sarò sincero, a Michele avevo detto che se il corto non mi piaceva non ne avrei scritto. Ho in parte mentito, se il corto mi annoiava dopo 2 minuti lo spegnevo con buona pace del lavoro di Torbidoni e la sua troupe. Invece sono arrivato fino in fondo.
Ergo: LA COSA IN CIMA ALLE SCALE passa la fase preliminare. Ora via alla recensione.

Trama:
Pietro, un giovane tecnico informatico, perde il volo per tornare a casa e decide di impiegare le ore di attesa con una visita al paese della sua infanzia. Non può sapere che non tornerà mai più da quello che sembra un innocuo tuffo nei ricordi.

Il corto cerca di essere un thriller con venature horror anni '80, dove lo stesso Torbidoni afferma di rifarsi a tutta la poetica mainstream di registi come Zemeckis, Hooper e Joe Dante. In effetti siamo lontani dal cinema splatter italiano, tutto sangue e poca sostanza, ma siamo ahimè lontani anche dal cinema di genere al quale si mirava.
Nonostante questo, complessivamente si può parlare di opera riuscita. Il regista riesce a creare alcuni momenti di tensione diffusa, con immagini decisamente azzeccate insieme a un tono fotografico e sonoro di tutto rispetto, creando la giusta aspettativa senza mai annoiare. I 20minuti passano velocemente, il finale non è per niente scontato e l'interpretazione del protagonista  è convincente.
Forse una maggiore sintesi al montaggio avrebbe giovato ulteriormente, ci sono alcune scene nella parte centrale superflue e poco incisive, che non hanno nessun fine narrativo stretto e rischiano di annoiare a discapito di tutto il resto. Questa è una problematica comune al mondo del cortometraggio italiano, dove si cerca sempre di superare tassativamente il quarto d'ora.

Il mio voto è comunque positivo, La Cosa in Cima alle Scale è un cortometraggio ben girato ed interpretato che ha saputo sorprendermi con una storia inusuale a tratti ricca di suspense. Potrei muovere diverse critiche al lavoro di Michele Torbidoni, ma in un panorama desolato come quello dei corti italiani la sua è un'opera meritevole. Spero abbia successo.
Faccio infine  i miei complimenti all'autore della locandina, veramente ottima e con uno stile vintage invidiabile.

Il trailer:



PS: Ah dimenticavo Torbidoni prende (incosapevolmente?) posizione nella polemica contro i tassisti. Io sto con lui.

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