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La Periferia con le sue storie, le idee, i pensieri e le immagini di un luogo dove non succede mai niente.

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lunedì 16 aprile 2012

DIAZ


















Diaz di Daniele Vicari colpisce duro, più forte che può, e come una raffica di pugni al ventre vi lascerà senza fiato per quasi due ore. Entrerete al cinema pensando di sapere tutto, consapevoli di quello che state per vedere, e vi ritroverete all'uscita frastornati con mille domande e con tanta rabbia dentro.
Rabbia. Si, quella di cui hanno paura ai piani alti e per cui tanto si critica il film prodotto da Fandango. Diaz secondo alcuni potrebbe istigare a provare odio contro le forze dell'ordine e portare ad atti di violenza. 
Parentesi. Ma i film Americani che esaltano la guerra? Quelli non sono peggio?
L'incazzatura che si prova durante la visione di questo film è naturale, forse scontata, e non perché siamo "zecche anarchiche" ma semplicemente perché per la prima volta vediamo l'Italia e le sue forze dell'ordine comportarsi come cattivi soldati nazisti.
Siamo abituati a vedere film stranieri simili, ma non siamo pronti per ammettere che la Diaz fu un massacro e che la caserma di Bolzaneto un lager con tanto di torture. Eppure è successo in Italia nel 2001, nella penisola del sole e la democrazia.

Non riesco a parlarvi del film come opera cinematografica, non riesco a distinguere l'impatto emotivo dato dalla rilevanza dei fatti da quello prettamente visivo datomi dal film. Sono uscito incazzato, profondamente colpito, impaziente di vedere una giustizia che fa il suo corso e non lascia impunite queste schifezze. Potrei inoltre dirvi che il film ha alcune parti deboli come le microstorie relative ai Black Block, o che in alcune scene dialoghi e snodi narrativi sembrano leggermente forzati, ma la verità è che nonostante tutto questo Diaz è un film importante che riesce a trasportarvi tutta la carica emotiva di chi era dentro la scuola e trasmettervi paure indicibili e terribilmente reali.
Applausi a Vicari e Fandango per aver portato al cinema un film diverso, nuovo, necessario e sopratutto coraggioso. Qualunque sia la vostra posizione ideologica, andate a vederlo. In una settimana cinematograficamente povera, Diaz è l'unico film che saprà scuotervi da capo a piedi. 



3 commenti:

Alessandra ha detto...

Quando un film ti fa uscire così dalla sala, indipendentemente dal suo valore tecnico o qualitativo, ha comunque fatto centro secondo me.

Ale55andra

Watanabe ha detto...

Credo anche io. Il grande merito di Daniele Vicari è di aver raccontato una storia scomoda ma attuale, non come generalmente si fa in italia che si aspetta 30-40anni.

Anonimo ha detto...

visto anche io....stesse cose che hai detto te..niente da aggiungere