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La Periferia con le sue storie, le idee, i pensieri e le immagini di un luogo dove non succede mai niente.

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mercoledì 1 febbraio 2012

No Direction Home

Io non vi credo. Siete dei bugiardi.

















No Direction Home si apre e si chiude sulle note di Like a Rolling Stone in questo live del 1966. Il documentario segna l'incontro tra due vertici dell'arte contemporanea, cinematografica e musicale. Un film di Martin Scorsese su Bob Dylan.
In una parola: leggendario.

Inutile nascondere la mia grande passione e stima per Bob Dylan. Lo considero il più grande di tutti, un cantautore capace di comporre e suonare una quantità inverosimile di canzoni indimenticabili. Restio alla macchina da presa, refrattario a biopic su di lui, e sempre controcorrente; non dice di no al buon vecchio Martin e si concede in una lunga intervista.





















No Direction Home si concentra sul primo periodo artistico di Dylan, dagli esordi fino al famoso incidente con la moto. Dall'infanzia fino al Greenwich Village, dalle canzoni folk e il movimento di protesta fino alla discussa svolta elettrica. 208 minuti di grande musica, interviste, filmati dell'epoca, inediti, film, e le parole dell'odierno Bob a commentare. Piccole perle per gli appassionati del menestrello di Duluth, grandi momenti per chi è in cerca di un documentario musicale girato e scritto con passione.
Scorsese dipinge un Dylan perennemente in lotta contro gli schemi e contro chi lo vuole inquadrare in una cornice più grande di lui. 
Simbolo del movimento di protesta? No, grazie. Genio della musica? No, grazie. Provocatore? No, grazie. 
Dylan è Dylan, e appena qualcuno lo sente suo o vicino ai suoi ideali, lui se ne va per una nuova strada, la sua strada. Lasciando dietro di se canzoni immortali, che ritrovano nuova vita nelle milioni di cover che si susseguono. Alcune diventate persino più famose dell'originale.
Scorsese però non si limita alle parole del vecchio Bob, cerca anche i protagonisti dell'epoca da Joan Baez a Allen Ginsberg. Il ritratto si fa quindi più dettagliato mescolando talvolta mito e realtà. Le ombre del carattere di Dylan e le sue doti fuori dal comune, così come le stranezze e i colpi di fortuna, ma anche i grandi applausi e numerosi fischi, si fondono in un documentario unico ed irresistibile su una leggenda della musica e quei confusi anni '60.
Da recuperare.

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